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REGGONO LE ESPORTAZIONI DELL'EMILIA ROMAGNA

Secondo i dati Istat elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna, tra ottobre e dicembre, nonostante la ripresa della pandemia, le imprese sono riuscite a contenere il calo delle esportazioni (-1,5 per cento) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.

L’anno 2020 caratterizzato dalla pandemia globale si chiude comunque con un risultato pesante per la regione (-8,2 per cento) e per l’Italia (-9,7 per cento). L’Emilia-Romagna si conferma la seconda regione italiana per valore delle esportazioni e ha contenuto i danni meglio della Lombardia. Pesano soprattutto i risultati negativi dei macchinari e apparecchiature meccaniche, delle industrie della moda e della metallurgia e dei prodotti in metallo. Risultati positivi per i prodotti farmaceutici. Contiene la caduta la Germania, crolla la Spagna, è allineato alla media l’andamento negli Stati Uniti, mentre l’export riprende dall’estate in Cina e riesce a crescere nell’anno in Giappone.

Nel quarto trimestre del 2020 nonostante la ripresa della pandemia, le imprese si sono riorganizzate per mantenere elevati livelli di attività e sono riuscite a contenere ulteriormente il calo delle esportazioni rispetto allo stesso trimestre del 2019 (-1,5 per cento), che sono risultate pari a poco più 17.003 milioni di euro e al 13,9 per cento dell’export nazionale. Le vendite all’estero nazionali hanno registrato una flessione lievemente più ampia (-1,8 per cento)

I settori – Il segno rosso ha prevalso solo in poco meno della metà dei macrosettori, ma ancora l’export della moda ha subito un nuovo crollo (-19,4 per cento) peggiore di quello del trimestre precedente. Pesano sul risultato complessivo la flessione delle vendite estere del fondamentale settore dei macchinari e apparecchiature meccaniche (-2,2 per cento), in recupero, e il cedimento di quelle della metallurgia e dei prodotti in metallo (-7,8 per cento), che stentano a riprendersi. In positivo il più ampio contributo è giunto dai mezzi di trasporto che mettono a segno un incremento dell’8,9 per cento, dalle esportazioni dell’industria del tabacco (+33,1 per cento) e da quelle della lavorazione di minerali non metalliferi, ovvero ceramica e vetro (+7,9 per cento).

Le destinazioni – I risultati ottenuti sui mercati di destinazione hanno risentito della composizione dell’export regionale sui diversi mercati e dell’intensità e con la quale il Covid19 ha colpito in ogni singolo paese nel trimestre. L’Europa, il mercato fondamentale per l’export regionale che ne detta la tendenza, ha accentuato l’andamento negativo (-2,8 per cento), in particolare nell’area dell’euro (-3,2 per cento). In dettaglio, l’export è in ripresa in Germania (+1,5 per cento), ma in più rapida riduzione in Francia (-3,6 per cento) e in Spagna (-13,6 per cento). Inverte la tendenza sui mercati americani (+4,4 per cento) grazie alla forza del mercato statunitense (+7,1 per cento) e all’alleggerimento in America Latina (-0,7 per cento), trainato dal Brasile. Soprattutto aumentano le vendite in Asia, in particolare orientale (+6,6 per cento) con un +22,8 per cento in India e un +17,1 per cento in Cina.